domenica 20 dicembre 2015

Metodo Recettivo Trifascio - Lezione n.8 - Indicazioni e modalità


Indicazioni terapeutiche
Il pregio fondamentale del metodo recettivo trifasico è che non ha nessun tipo di controindicazioni ed il setting non ha bisogno di nessuna accortezza specifica. Si raccomanda, però, che il terapeuta abbia un atteggiamento di partecipazione alla terapia; non deve mostrare disinteresse o fare altro che esuli dal contesto terapeutico (scrivere troppo su un foglio o rimanere a lungo con gli occhi chiusi può essere mal interpretato dal paziente).
Una volta individuato il problema sul quale poter intervenire, si fa ascoltare al paziente un brano della prima fase di quella categoria. Successivamente si sceglie un brano dalla seconda fase, e in ultimo il terzo brano dalla terza. Ricordo che la categoria rabbia può essere anche utilizzata come “stimolante” se somministrata in modo inverso (fase 3, fase 2 e fase1) e di fatto è un antidepressivo surrogato.
Durante l’ascolto dei brani il paziente verrà fatto accomodare ed il terapeuta potrà sedersi di fronte e scegliere di interagire con il paziente assecondando le sue necessità e cercando di riportare se occorre l'attenzione sulla musica. Se al termine della somministrazione il paziente non ha ottenuto i benefici auspicati, è possibile procedere con un altro programma ripartendo dalla fase 1.
La terna dei brani può essere presentata con molta elasticità. Tuttavia per utilizzare il metodo in maniera più efficace si farà riferimento a questo schema:

• Colloquio preliminare
• Scelta della categoria terapeutica
• Scelta e somministrazione della prima fase
• Scelta e somministrazione della seconda fase
• Scelta e somministrazione della terza fase
• Colloquio conclusivo

Il TRM si può applicare anche in gruppo, facendo attenzione alle emozioni di ogni partecipante e scegliendo il tipo di programma che meglio si adatta alla maggior parte di loro.
Il metodo trifasico può essere utilizzato con successo in moltissimi casi e indipendentemente dall’età del paziente. È adatto ai bambini, agli adolescenti – anche se molti di loro potrebbero dover superare l’ostacolo del diffuso preconcetto che la musica classica è noiosa – con gli adulti, e con gli anziani. Non v’è nessuna controindicazione riguardo all’età e tantomeno, naturalmente, al sesso del paziente. Le sedute possono essere individuali o di gruppo. Il metodo può essere applicato con psicopatologie evidenti in atto o anche in casi di perfetto equilibrio psichico, nell’ottica di una psicologia della salute che promuova il benessere psicofisico dell’individuo.
C'è da porre maggior accortezza nel trattamento di pazienti psicotici. In genere con i pazienti psichiatrici si preferisce adottare metodi di musicoterapia attiva. Questo accade poiché molti sostengono che lo stimolo musicale della seduta recettiva, coinvolgendo esclusivamente l’apparato uditivo senza un’integrazione con le funzioni motorie e corporee, potrebbe attivare pensieri deliranti o allucinazioni di vario tipo. Noi riteniamo che questo sia vero, ma allo stesso tempo non pensiamo che questo sia un male. Il paziente psicotico delira e produce pensieri bizzarri ed irreali a prescindere da quello che accade.
In quest’ottica la musicoterapia attiva rappresenterebbe un diversivo, una distrazione dai pensieri intrusivi di cui egli è vittima, e ciò è cosa buona. Ma quando l’attività finisce? Il paziente ritorna nella sua esperienza allucinatoria. Noi preferiamo considerare la musicoterapia recettiva come un normale evento attivante della vita quotidiana che potrebbe anche produrre un pensiero delirante. Qual è allora la differenza fra la musicoterapia recettiva e la quotidianità? La differenza è l’ordine. Immaginiamo come possa essere disordinato il flusso di pensieri di un paziente psicotico. Pensiamo all’ossessività intrinseca dei pensieri deliranti e alle reiterazioni automatiche delle euristiche disfunzionali, ai deragliamenti. Il tutto applicato ad un contesto dove la percezione della realtà è fortemente compromessa. La musica (di Mozart in particolare in questi casi) entra violentemente nella testa del paziente. Lo stimolo, piacevole e preponderante allo stesso tempo, va a sovrapporsi all’attività psichica del paziente a livello di contenuti metaforici, soggettivamente elaborati, e a livello di sincronizzazione ordinata di concetti musicali ordinati. Laddove il pensiero è disorganizzato e desincronizzato la musica di Mozart interverrà con la sua organizzazione sincronizzata. L’attività psichica del paziente pian piano vi si modellerà durante l’ascolto.
Nel trattare i pazienti psicotici, l’accortezza del terapeuta sarà nel capire quale categoria di programmi utilizzare. Spesso il problema della psicosi è l’anaffettività, e dunque l’incapacità di contattare e riconoscere le proprie e le altrui emozioni. La pratica clinica ci ha in qualche modo indirizzati sull’idea che i programmi terapeutici più indicati sono quelli della categoria “rabbia” o “ansia”.

Archivio dei brani del Metodo Recettivo Trifasico

14/12/2015 Lezione N.1 - Premesse
15/12/2015 Lezione N.2 - Panoramica sul metodo
17/12/2015 Lezione N.3 - Il potere della musica
17/12/2015 Lezione N.4 - I princìpi del TRM
19/12/2015 Lezione N.5 - Fasi e categorie
19/12/2015 Lezione N.6 - Programmi del TRM
20/12/2015 Lezione N.7 - Ricerca e verifica
20/12/2015 Lezione N.8 - Indicazioni e modalità
20/12/2015 Lezione N.9 - La somministrazione

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